Ghiro
(Glis glis Linnaeus, 1766)
INTRODUZIONE
Questo mammifero appartiene alla classe dei roditori, di cui rappresenta uno degli esemplari più antichi esistenti sulla Terra. È della famiglia dei Gliridi, specie Glis.
Il ghiro ha abitudini notturne e vive in un areale compreso tra l'Europa e la parte più occidentale dell'Asia.
Risulta essere simile agli scoiattoli ed ha un pelo che va sul grigio.
L’appellativo di “ghiro” è diventato sinonimo di “dormiglione”, proprio perchè il ghiro va in letargo per molti mesi e anche di giorno ama stare rintanato nel suo rifugio.
DESCRIZIONE GENERALE
Il ghiro è un animale di piccole dimensioni la cui lunghezza del corpo arriva a circa 30 cm, i quali
più di un terzo dovuti alla lunga coda, che a differenza dello scoiattolo viene tenuta sempre distesa. Il
peso si aggira intorno ai 120-150 grammi.
Il colore del mantello è grigiastro nella parte dorsale e bianco su quella ventrale.
Essendo una specie prevalente mente notturna, gli occhi sono relativamente grandi e contornati da pelo nero.
Presenta delle orecchie molto piccole e tonde. Il muso è allungato e termina con le vibrisse, organi tattili come quelli che ritroviamo nei gatti.
Come molti roditori, i denti incisivi sono molto aguzzi, grazie ai quali riesce a rosicchiare il legno.
Le quattro dita delle mani e le cinque dei piedi sono caratterizzate da unghie forti e appuntite, frutto dell’adattamento alla vita in perenne arrampicata sugli alberi.
Può arrivare a vivere fino a 12 anni, ma spesso muore prima.
HABITAT
Essendo una specie arboricola, il suo habitat naturale è dato dai boschi, preferibilmente composti da latifoglie, buone produttrici di frutti e semi, come querce e faggi.
Difatti è proprio nelle cavità degli alberi che costruisce il suo nido utilizzando foglie, pezzi di corteccia e muschio.
Oggi possiamo trovarli anche nelle zone abitate, magari nei pressi di parchi, giardini o grandi distese. Generalmente vivono insieme ad altri esemplari della specie, preferendo stare in piccoli gruppi.
È
presente dal livello del mare fi no a circa 1.500 metri
di altitudine.
Durante la stagione invernale può trovare rifugio in abitazioni e altri edifici.
ALIMENTAZIONE
La dieta del ghiro è molto simile a quella degli altri roditori arboricoli e comprende in massima parte
semi (castagne, ghiande, faggiole) e altri vegetali.
È una specie prevalentemente vegetariana, anche se non disdegna all’occorrenza alimenti di origine animale come molluschi, insetti, uova e nidiace.
Prima di ibernarsi, è facile vederlo nei pressi di un nocciolo, intento a fare provviste.
RIPRODUZIONE

Stagioni riproduttive: Si accoppia principalmente al termine del letargo, in primavera. Possono riprodursi anche prima del letargo, in autunno. Corteggiamento e accoppiamento: Le femmine hanno una sola cucciolata l'anno. La gestazione nel ghiro dura circa un mese. Durante questo periodo, le femmine incinte cercano rifugi sicuri, come nidi o cavità negli alberi, per prepararsi al parto. Cura dei cuccioli: I ghiri danno alla luce una cucciolata che può variare in numero da 2 a 8 cuccioli. I piccoli ghiri nascono ciechi e senza pelo. Dopo circa 16 giorni la pelliccia è completa, mentre gli occhi vengono aperti a tre settimane di età. La madre è responsabile della cura dei cuccioli. Lei li allatta e li protegge, mantenendo la cucciolata in un nido sicuro. I cuccioli iniziano a svilupparsi rapidamente sotto l'attenzione materna e iniziano a nutrirsi con cibo solido dopo alcune settimane. Indipendenza: Iniziano a lasciare il nido dopo circa un mese dalla nascita, e diventano sessualmente maturi dopo il secondo periodo di letargo.
CONSERVAZIONE
Dal 2006, il ghiro è stato riconosciuto in Italia come specie protetta.
La sua presenza è minacciata soprattutto nei boschi assoggettati a tagli troppo frequenti, posto che il ghiro necessita di piante adulte in grado di fruttificare abbondantemente, di assicurare cavità naturali adatte per la costruzione del nido e per il riparo durante l’inverno.
Inoltre, il piccolo roditore è stato a lungo cacciato per via della sua carne, ritenuta tenera e prelibata.
A fronte della legge in sua tutela, oggi la caccia al ghiro è vietata.
CURIOSITÀ
Lo sapevi che:
1. Il detto "dormire come un ghiro" nasce, in parte, dal fatto che questo piccolo roditore, che è molto attivo di notte, passa le giornate sonnecchiando e, in parte, dalla sua abitudine di trascorrere in letargo circa sei mesi dell'anno.
2. Per sfuggire ai predatori, i gliridi hanno sviluppato un particolare adattamento: la loro coda presenta un punto di pre-frattura. Se un predatore riesce ad afferrare la punta della coda di un ghiro e ne lacera la pelle, questa si staccherà con facilità e il ghiro potrà mettersi in salvo. Dopo qualche settimana non rimarrà traccia dell'amputazione e, contrariamente alle lucertole, la coda spezzata non si riformerà.
3. I ghiri amano molto nutrirsi anche dei fiori, spesso infatti è possibile vederli sui prati intenti ad "annusarli", ma è anche possibile scovarli prima del letargo mentre sono intenti a fare provviste dei loro cibi preferiti.
4. Fin dall' antica Roma il ghiro, ben conosciuto per motivi gastronomici, veniva allevato in grandi recinti murati, i "glirarium", poi, al bisogno, alcuni esemplari venivano posti in grossi otri di argilla del diametro di circa 50 cm. Non solo gli antichi Romani ma molti altri popoli europei erano soliti cacciare i gliridi. In Slovenia la caccia al ghiro ha una lunga tradizione popolare, ed è ancora praticata. Mentre in Italia, dal 2006, il ghiro è diventato una specie protetta ed ogni consumo alimentare è illegale.
5. Il ghiro è un animale che ama la compagnia dei suoi simili. Sia in letargo che durante tutto l’anno, non vive mai da solo, ma condivide i nidi con tutta la sua famiglia. Assieme agli altri ghiri i simili si proteggono a vicenda dai predatori della natura che nel loro caso sono principalmente il gufo, il gatto selvatico e la faina.
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