Cervo (Cerbus elaphus)

 Cervo 

(Cervus elaphus, Linnaeus, 1758)


INTRODUZIONE


l cervo, presente in tutto l’emisfero settentrionale, è ampiamente distribuito in Europa, Asia Minore,
Transcaucasia e zone temperate dell’Asia tra l’Himalaya e la Siberia settentrionale, fino alla costa pacifica di Russia, Corea e Cina settentrionale. 
In Nord Africa è presente in una ristretta area ai confini settentrionali tra Algeria e Tunisia. 
In Nord America, dov’è noto come Elk o Wapiti e spesso considerato come specie a sé (Cervus canadensis), è presente in diverse aree di Canada e Stati Uniti. 
In Italia scomparve nel secolo scorso da gran parte del Paese in seguito alla caccia, sopravvivendo solo
nel settore alpino centro-orientale. In seguito a reintroduzioni, introduzioni e in parte colonizzazione
spontanea (p.e. nell’Ossola), la specie è attualmente diffusa in buona parte dell’arco alpino piemontese. Tra le numerose immissioni si ricordano quelle effettuate a più riprese nel parco della Mandria di
Venaria Reale (dove i cervi presenti sono ibridi tra individui delle più disparate origini), quella storica
della Val Susa (1962-64) e quelle più recenti (e non sempre tecnicamente corrette) operate nelle valli
Stura e Pesio (1990-93), Sesia e Sessera (1994-98), val Po e Verbano-Cusio (1998-2000), valli Maira e
Varaita (2001), valli di Lanzo e valli Orco e Soana (2003).


DESCRIZIONE GENERALE

Il cervo nobile conosciuto anche come cervo europeo, cervo reale o cervo rosso è un erbivoro di grosse dimensioni appartenente alla famiglia dei cervidi.
Questo animale selvatico può raggiungere notevoli dimensioni, i maschi hanno un’altezza media al garrese di 1,30 m, una lunghezza di circa 2 metri e un peso compreso tra gli 80 e i 200 kg, mentre le femmine sono leggermente più piccole. Questo mammifero, nonostante la notevole mole, è dotato di un’estrema agilità e velocità nella corsa.
Il colore del mantello varia in base alle stagioni, in estate è bruno-rossastro mentre assume delle tonalità grigie in inverno. I piccoli, invece, nei primi mesi di vita hanno una pelliccia maculata.
Il maschio è facilmente distinguibile dalla femmina per la presenza dei palchi, che vengono rinnovati ogni anno tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, ha un corpo molto più robusto (160-210 kg per i maschi contro i 90-130 kg delle femmine) e mantello più scuro.
È una pecie sociale e poligama, con struttura di tipo matriarcale basata sul gruppo familiare composto
da una femmina adulta, il piccolo e il giovane dell’anno precedente. 
Per la maggior parte dell’anno i maschi vivono separati dalle femmine, in gruppi più o meno stabili.
Può competere con gli altri ungulati dove le densità di popolazione raggiungono livelli elevati. 
Le possibili modifiche all’ambiente forestale prodotte dalla specie possono indirettamente danneggiare la fauna del suolo e del sottobosco.



HABITAT

La specie abita sia ampi spazi aperti sia zone forestali, dal livello del mare al limite della vegetazione arborea, con escursioni altitudinali stagionali più o meno marcate.


Rimane in una zona tranquilla della foresta durante il giorno, emergendo in aree aperte solo al crepuscolo. Tuttavia, alcune popolazioni di cervi rossi, come quelle scozzesi, si sono adattate a vivere permanentemente in aperta campagna, poiché non ci sono foreste contigue a loro disposizione. 
I cervi che vivono in alta montagna amano trascorrere del tempo anche sui tranquilli pascoli alpini tra i 2000 e i 2700 m s.l.m. e, se si sentono al sicuro, possono essere osservati anche durante il giorno.

ALIMENTAZIONE


Specie erbivora, prevalentemente diurna, che necessita di 10-15 kg di vegetali al giorno. Predilige i vegetali erbacei, che in genere rappresentano oltre i 2/3 della dieta, ma può utilizzare anche piante cespugliose e specie arboree (ad esempio abete, larice, cembro, faggio, frassino e ginepro) causando localmente danni, anche rilevanti, al patrimonio forestale.
Cambia la propria dieta in base alla stagione e alla disponibilità di cibo.
Durante la stagione fredda mangia anche frutti selvatici, erba secca o, addirittura, cortecce di alberi, durante la primavera e l’estate si ciba di erbe fresche, germogli e ramoscelli

RIPRODUZIONE


Stagioni riproduttive: Il periodo degli amori ha luogo tra la metà di settembre e la metà di ottobre
Corteggiamento e accoppiamento: Durante il periodo degli amori i maschi dominanti emettono un particolare suono detto bramito volto a invitare le femmine all’accoppiamento e a dissuadere eventuali altri maschi ad avvicinarsi a quella zona.
Il bramito è un suono ancestrale molto suggestivo che può essere ascoltato, anche, a chilometri di distanza dal branco e, spesso, nelle zone montane nelle notti di luna piena vengono organizzate escursioni con guide esperte al fine di ascoltarli.
Cura dei cuccioli: La femmina partorisce un unico cerbiatto già dal secondo anno di vita.
La gestazione ha una durata di 226-236 giorni e, in genere, viene partorito un solo piccolo per volta.
Le nascite avvengono nei mesi di maggio e giugno e i cuccioli per le prime settimane di vita vivono isolati dal branco e nascosti tra i cespugli. 
In questo periodo, le madri li raggiungono per nutrirli con latte materno.
L’allattamento si protrae fino a dicembre-gennaio. 
Indipendenza:  Dopo circa un anno i giovani sono pronti per la vita adulta.
Le femmine rimangono nel gruppo insieme alla madre mentre i maschi si allontanano. 

CONSERVAZIONE


Data l’espansione della specie sul territorio montano regionale, il cervo non necessita di misure di
conservazione. 
La gestione è effettuata tramite abbattimenti selettivi laddove le densità degli animali siano compatibili con il prelievo venatorio.
Come per la maggior parte delle specie animali, uno dei problemi più grandi per la loro sopravvivenza rimane la distruzione dell'habitat tramite tagli e incendi.

CURIOSITÀ

Lo sapevi che:

1. Ogni anno, tra i mesi di febbraio ed aprile, il palco viene perso per poi ricrescere poco dopo, attraverso un processo di sviluppo talvolta anche doloroso per l’animale. L’estensione del palco raggiunge il livello massimo in corrispondenza del periodo degli amori, dato che viene utilizzato come carattere sessuale per attirare le femmine e per competere con gli altri maschi.



2. I cervi sono ungulati, hanno cioè le ultime falangi delle dita mediane rivestite da unghie a formare uno zoccolo. I loro zoccoli sono i più grandi fra tutti gli ungulati italiani arrivando a misurare 6-9 cm di lunghezza e 5-7 di larghezza.







3. Dal nome del cervo deriva la parola castigliana cerveza, e cioè…birra! 
L'origine della parola proviene dai Celti che usavano bere la "ceruisia", una birra d’orzo ambrata, leggermente tostata ed affumicata (“kerewos” significava in gallico “cervo rosso”). Era la birra per antonomasia amata anche dai Romani e le sue tracce restano ancora oggi nel termine spagnolo “cerveza”.


4. I cervi hanno un posto importante nelle storie e nei miti su Artemide. Sono raffigurati come animali considerati sacri e protetti da essa, e rappresentano l’aspetto della dea associato alla caccia e alla natura. L’equivalente di Artemide nella mitologia romana è Diana, e uno dei suoi simboli è il cervo. 
Quasi tutti i templi costruiti in onore della dea Diana hanno corna appese alle pareti.




5. La cerva è il simbolo di Venaria Reale principalmente per la sua presenza storica nei vasti terreni circostanti al complesso della Reggia di Venaria. La figura elegante e maestosa del cervo rappresentava il potere regale, la nobiltà e la bellezza della natura. Inoltre, il cervo è spesso associato simbolicamente alla forza, alla libertà e alla regalità, elementi che possono essere stati considerati appropriati per rappresentare il prestigio della Reggia di Venaria Reale e dei suoi dintorni. La scelta del cervo come simbolo riflette quindi la connessione tra la storia, la cultura e la natura che caratterizza questo importante sito storico.


Bibliografia:

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